Le Zampe di Zoe sono Edoardo ed Elisa, vengono da Bologna e “Casa” è il loro Ep d’esordio in uscita il 19 febbraio 2021 nell’ambito del progetto Trasporti Eccezionali. Un debutto sì, ma incredibilmente maturo, un lavoro complesso, ricco di sfumature e che dipinge su di una variegata tavolozza sonora. Un album che non accetta compromessi con le mode musicali del momento, ma al tempo stesso assolutamente attuale. Cinque canzoni in grado di affrontare temi profondi e delicati, ma con una leggerezza di fondo quasi “inquietante”. Un mix di sensazioni opposte e contrastanti che riescono nel non banale e semplice compito di far sorridere e far riflettere al tempo stesso.
Ne abbiamo parlato in quest’intervista.
L’intervista a Le Zampe di Zoe
Ciao ragazzi, sta per uscire il vostro ep d’esordio. Come nasce ‘’Casa’’?
Ciao a voi!Casa è un’opera partorita da Elisa e me. Sorge da nostre esperienze personali, scene di vita vissuta e scene di vita sognata. è un pò come se avessimo mescolato le persone che siamo alle persone che vorremmo essere, condendoci con nostalgia e realtà. Casa è il luogo in cui non abbiamo più paura del mondo, traguardo che oggi diventa sempre più difficile da raggiungere. Casa è l’insieme delle nostre scelte e delle persone che ci hanno affiancato fino ad oggi. Casa siamo noi stessi, i nostri corpi e le nostre coscienze.
Come mai avete chiamato il progetto ‘’Le Zampe di Zoe’’?
Ci siamo chiamati Le Zampe di Zoe per una serie di intrecci di significato. Innanzitutto, quella del nome è stata una scelta durata più di sei mesi: ci siamo scervellati, ne abbiamo cambiati parecchi! Un giorno l’illuminazione: “se esistevano “Le Orme” perchè non possono esistere “Le Zampe”?! Ma ancora non eravamo contenti, perciò Elisa ha bofonchiato che, da sempre, se mai avesse dovuto avere una figlia, avrebbe voluto chiamarla Zoe. Da lì il collegamento: Le Zampe di Zoe, dove, nel tempo, Zoe è diventata nostra figlia, le nostre canzoni, mentre lei ed io siamo “Le Zampe”, ovvero coloro che tracciano il cammino per Zoe.
Com’è avvenuto il vostro incontro artistico?
Ci siamo incontrati grazie ad una conoscenza comune. Siamo andati a casa di Ilaria, cugina di Elisa, per trascorrere un periodo tranquillo in montagna. Da lì ci siamo dati appuntamento nel vecchio “studiolo” che avevo messo su e abbiamo iniziato a registrare autonomamente alcune tracce (ognuno per il proprio progetto, ben distinto), che, a forza di lavorarle, sono diventate un po’ di tutti e due. da lì il nostro primo lavoro “Cinema Lumiere” sotto forma di Demo. Già lì era presente una forma Demo di “Sacchetto per il Vomito”, che poi è diventata quella che conosciamo.

Parlateci meglio di Trasporti Eccezionali..come ci siete finiti e cosa vi ha insegnato?
Trasporti Eccezionali è stata una coincidenza. Siamo capitati all’audizione perchè avevo casualmente letto una mail speditami da Trasporti dopo aver vinto “Tieni il Palco” e presentandoci lì in realtà abbiamo trovato il nostro habitat. Vincendo il concorso abbiamo potuto seguire lezioni di vario genere con Antonello D’Urso, Franco Pezzoli e Daniela Galli, tutti e tre dei veri bombers. Il percorso non è stato semplice, ma ci ha portati a perfezionare le nostre esibizioni e le nostre produzioni e devo dire che nell’album si sente!
Delle cinque tracce dell’ep qual è quella che non vedete l’ora di portare su un palco?
Di tutte le tracce, se proprio dobbiamo scegliere, perchè è impossibile dire a quale figlio vuoi più bene quando ne hai 5 tutti gemelli, diremmo decisamente Casa, che, oltre a dare il nome all’album, è la canzone che emoziona sempre di più.
A livello artistico, come avete vissuto il lockdown e tutto ciò che gli è seguito?
Parlando di Lockdown, tocchiamo un tasto dolente. è difficile stare lontani dal palcoscenico così a lungo, soprattutto dopo due anni in cui abbiamo fatto più di 80 concerti, ma dobbiamo ammettere di aver saputo diversificare e abbiamo preso questo lungo momento come parentesi riflessiva e introspettiva per ragionare anche su cosa veramente vorremmo fare in questa vita e cosa vorremmo che la nostra musica dicesse. Perciò la risposta è una sola: Scrittura. Abbiamo impiegato la totalità del nostro tempo nel creare nuovo materiale e nuovi figli da crescere e sfamare.
Quanto è cambiato dalla demo “Cinema Lumière” del 2019?
Cinema Lumière è sicuramente una parentesi importantissima della nostra adolescenza musicale. l’abbiamo prodotto insieme a Andrea Turone e Martina Platone (che ci ha poi fatto le grafiche di Casa con lo pseudonimo di Monanne) e ci abbiamo veramente messo tanto sangue e tanto sudore. Era il nostro primo lavoro e ancora non sapevamo cosa volesse dire stare in studio. Diciamo che abbiamo approfondito molto l’argomento e, ad oggi, ci sentiamo molto molto cresciuti e pronti per qualsiasi viaggio da affrontare con la musica. Perciò, il cambiamento è avvenuto in grande stile, conosciamo meglio noi stessi e sappiamo cosa possiamo darci l’un l’altra, perciò viene tutto più automatico, ma non più semplice.
Che musica ascoltate?
I nostri ascolti variano dal Folk americana dei Lumineers e dei Mumford, per arrivare agli Hiatus Kayote, perciò il panorama è vastissimo. Possiamo dire che, a seconda di ciò che stiamo puntando a realizzare, variamo i nostri ascolti e le nostre influenze. A esempio, adesso siamo nel periodo Brunori SAS, Nobraino, I Cani, Angèle, Pomme, Samuele Bersani e cantautorato in genere.
Quali sono i vostri prossimi progetti?
Già nelle precedenti risposte abbiamo dato qualche indizio sui progetti futuri, ma preferiamo non sbilanciarci più di tanto, perchè sono previsti tanti e grossi cambiamenti. Diciamo solo che non passerà un’eternità prima di fare show-down di questi cambiamenti.
E come possiamo seguirvi?
Come ogni band degli anni ’20 abbiamo tutti i social del caso: instagram, Facebook, YouTube, spotify, ma ancora ci manca l’esperienza su Tik Tok. Curiosi come siamo, scommetto che non ce la faremo mancare ancora per molto